Prefazione del libro “Sentimenti micidiali”
Beatrice è una donna riservata, ama le piante e a volte può sembrare addirittura burbera, distratta e asociale. Ma dietro queste apparenze si cela una donna forte, pronta a dedicarsi anima e corpo alle proprie passioni, pronta a dare alla sua relazione tutto l’amore di cui è capace. È sposata con Tommaso e i due vivono una vita felice, anche quando la madre di lui decidere di andare a vivere con loro, spostando equilibri che sembravano perfetti.
Beatrice è ben decisa a far funzionare la convivenza, a riuscire a ritagliarsi i propri spazi di donna e moglie, a fare in modo che niente nel suo matrimonio venga alterato. Eppure non sa che all’orizzonte, oltre la porta di casa sua, ci sono preoccupazioni più grandi, che in paese ormai c’è qualcuno che si muove indisturbato e a piede libero, che sta spaventando tutti, che si sta macchiando le mani di crimini folli e scelerati.
Nessuno riesce a capire chi sia questa persona. Non ci riesce la polizia, non ci riescono le malelingue. Ed è così che l’intero paese, da sempre calmo e pacifico, si ritrova in subbuglio. Nessuno riesce più a fare sonni tranquilli, nessuno si sente al sicuro tra le mura della propria casa e le attività quotidiane sembrano essere sostituite da domande terribili, che nessuno dovrebbe farsi.
È su queste basi che si sviluppa Sentimenti micidiali, che già dal titolo ci rivela tutta la complessità dei legami che si instaurano tra i personaggi di questo romanzo, ma che in fondo riflettono anche tutte le relazioni che intratteniamo nella nostra vita personale, ognuna pericolosa a modo proprio.
Sono queste le fondamenta per costruire un giallo appassionante e ben articolato, che fa della psicologia la sua arma vincente. Tante infatti sono le vicissitudini che cambiano tutto da un istante all’altro, ma soprattutto, sono i pensieri, le reazioni e lo sviluppo dei personaggi a dare corpo alla narrazione, a conferirle qualcosa di speciale e originale che ci coinvolge dalla prima all’ultima pagina.
Il giallo di questa storia sembra inspiegabile e anche noi, insieme ai protagonisti, ci facciamo domande, proviamo a mettere insieme i pezzi, a cercare un filo conduttore, a scovare quel dettaglio che potrebbe fare tutta la differenza.
Eppure capiamo ben presto che trovare una risposta non è semplice come ci aspettavamo. Perché l’opera è costruita su un intreccio inscalfibile, che prende svolte inattese, che quando crediamo di aver capito tutto ci lascia a bocca aperta, interdetti, desiderosi di scoprire cosa ci svelerà.
Tanti sono i piani narrativi di Sentimenti micidiali che riesce a dare vita a un thriller psicologico di tutto rispetto nutrendosi di temi complessi e importanti. L’amore, il benessere psicologico, la propria individualità, i propri sogni. Basta infatti poco per scalfire gli individui, e in questo romanzo vediamo fino a che punto le persone siano fragili e delicate, quanto ancora abbiamo da imparare prima di riuscire a scegliere la parola corretta, prima di agire nel modo più consono.
Tutto cambia in questa storia che si evolve di continuo e che ci fa maturare insieme a lei. Ci fa sognare, ci intrattiene, ma soprattutto ci porta a porci tante domande, a chiederci se anche nelle nostre vite non ci siano troppe relazioni pericolose dalle quali dovremmo rimanere in guardia.
Una professione? No, una passione!
Barbara Gisser è stata maestra di sostegno per molti anni, dapprima in Austria e poi in Italia.
Durante la sua vita professionale si è occupata con passione di molti casi di handicap, più e meno gravi. In questo libro racconta la sua storia lavorativa e umana e la sua dedizione, costante e tenace, nei confronti dei bambini con bisogni speciali.
Queste pagine altro non fanno che raccogliere una testimonianza, il suo delicato ma deciso invito a non aver paura del diverso e ad agire in prima persona per conoscere un mondo apparentemente inconsueto, spesso in salita, ricco di sfide e di difficoltà, ma pieno di soddisfazioni e amore incondizionato.
Ed è forse solo accettando questo invito che sarà possibile una reale e concreta inclusione. Che è, in fin dei conti, l’unico mezzo che abbiamo per costruire un’umanità migliore.
«Un handicap è per sempre, ma saperlo accogliere apre il cuore»
Arrendersi? Questo mai!
L’autrice racconta nel suo libro autobiografico i sei anni vissuti tra alti e bassi dopo l’intervento demolitivo per un tumore alla laringe ed altri che seguirono e delle riprese descrivendoli in maniera lineare.
Narra la sua esperienza, con una buona dose di autoironia e positività, pur non tralasciando la descrizione degli aspetti più critici. Un testo liberatorio, che esprime la sua voglia di vivere nella “normalità, anche se dove affrontare situazioni difficili. Nonostante tutto ciò esprime una grande fiducia nei medici, nelle persone che essa incontro sul suo cammino e soprattutto in se stessa. Il libro è dedicato a chi continua a lottare contro la malattia, nella certezza che pur non esistendo un modo giusto o sbagliato di affrontare il dolore, conoscere i percorsi di chi ha vissuto esperienze simili possa essere una fonte di speranza ed energia.
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